Il Mutismo Selettivo

Oggi parliamo di mutismo selettivo; un disturbo d’ansia che si caratterizza per la costante incapacità da parte del bambino di parlare in situazioni sociali nonostante  sia in grado di parlare in altre situazioni.
Il termine “selettivo” indica per l’appunto che il bambino riesce ad esprimersi con determinate persone e in alcune circostanze nelle quali generalmente si sente sereno (solitamente l’ambiente familiare) ma mostra difficoltà in ambienti sociali in cui non si sente a proprio agio.
Il grado di persistenza è variabile: può verificarsi per alcuni mesi oppure mantenersi per diversi anni.
Una remissione completa del disturbo è presente nella maggior parte dei casi, tuttavia possono permanere difficoltà comunicative e relazionali.
I bambini con questo disturbo non danno inizio a un discorso e non rispondono se interpellati, si tratta di un disturbo caratterizzato da un’elevata ansia sociale. Nonostante i bambini con mutismo selettivo presentino, in alcune situazioni, un linguaggio adeguato, una minoranza può presentare anche disturbi linguistici.    

L’esordio in genere avviene prima dei 5 anni, anche se spesso non viene diagnosticato prima dell’ingresso nella scuola. Tra i fattori di rischio vi sono fattori temperamentali (come l’ affettività negativa o inibizione comportamentale), ambientali (come l’inibizione sociale dei genitori, che funge da modello per i figli) e genetici e fisiologici (è possibile vi siano fattori genetici comuni tra mutismo selettivo e disturbo d’ansia sociale).

Il mutismo selettivo va distinto dai ritardi o disturbi della comunicazione; nel mutismo selettivo il bambino parla in maniera fluente nelle situazioni e con le persone con cui si sente a suo agio. Nei disturbi della comunicazione si riscontrano difficoltà persistenti del linguaggio e della comunicazione. Da questo punto di vista il silenzio nel mutismo selettivo è una strategia utilizzata per controllare e gestire l’ansia provocata dai contesti nuovi e/o dalle situazioni sociali. Spesso i due quadri possono presentarsi insieme, le difficoltà percepite nell’eloquio orale quindi provocano un incremento dei livelli di ansia e il mancato ricorso del canale verbale diventa una strategia per nascondere le difficoltà verbali (di cui il bambino è generalmente consapevole).

Il mutismo selettivo va differenziato dal disturbo d’ansia sociale (fobia sociale), per quanto i due quadri possano coesistere insieme; nel disturbo d’ansia sociale il soggetto manifesta paura o ansia marcata nelle situazioni sociali in cui si è esposti al giudizio degli altri. Tali situazioni tendono inoltre ad essere evitate o sopportate con ansia o paura intense     

Il mutismo selettivo, va differenziato inoltre anche dall’autismo (disturbo dello spettro autistico). I due quadri clinici condividono lo scarso o assente contatto oculare, l’inespressività del viso, l’immobilità, l’agitazione, elementi che rappresentano un tentativo per controllare l’aumento di ansia. Alcuni possono mostrare ritiro quando qualcuno si avvicina a loro oppure quando vengono toccati. (Spesso questa reazione fisica veniva interpretata come conseguenza di un abuso subito, mentre in realtà sono comportamenti che derivano da uno stato di intensa ansia). I soggetti che soffrono di autismo si caratterizzano principalmente per una compromissione dell’interazione e comunicazione sociale, nell’autismo inoltre si osservano spesso comportamenti ripetitivi (stereotipati), interessi insoliti, circoscritti e assorbenti e ipersensibilità sensoriale.         

Il mutismo selettivo va differenziato dal disturbo oppositivo-provocatorio (per quanto i due quadri spesso possano presentarsi insieme). Il silenzio, il non prendere parte alle interazioni può essere infatti essere impiegato dal bambino come tentativo per manipolare/controllare la relazione o come forma di atteggiamento passivo/aggressivo per terminare una interazione verbale da lui non gradita. Nel disturbo oppositivo-provocatorio quindi il “mutismo” è una strategia meno pervasiva  e meno persistente e si accompagna ad altre caratteristiche comportamentali specifiche (umore collerico/irritabile, atteggiamento ostile, provocatorio, vendicativo, con tendenza a sfidare o irritare deliberatamente gli altri, e a rifiutarsi di rispettare le richieste o regole degli adulti).

Va da sé che il mutismo selettivo, per quanto spesso possa progredire in maniera positiva spontaneamente, rappresenta una condizione che può interferire in maniera importante, ad esempio, con i risultati scolastici o con la comunicazione sociale; fallimenti nell’ambito delle interazioni sociali o nelle prestazioni scolastiche possono a loro volta influenzare negativamente la percezione che il bambino ha di sé (autostima) e le convinzioni/credenze rispetto alle proprie capacità (auto-efficacia percepita).    
L’iter diagnostico è quindi estremamente importante, al di là dell’individuazione di un’etichetta diagnostica permette di individuare strategie di intervento efficaci, al fine di favorire una maggiore apertura nelle situazioni sociali, diminuire i livelli di ansia e incrementare l’investimento del canale verbale.

Riproduzione Riservata © Copyright Dott.ssa Maria Irno

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Pubblicato da Dott.ssa Maria Irno, Psicologa

Valutazione, Diagnosi e Trattamento dell'età evolutiva e dell'adolescenza; Supporto alla Genitorialità; Potenziamento Cognitivo Doposcuola Specializzato.

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