Disturbo Specifico dell’Apprendimento con compromissione dell’Espressione Scritta (Disortografia)

Per quanto riguarda i disturbi evolutivi della scrittura è bene evidenziare una differenza terminologica rispetto ai deficit acquisiti di tale capacità nell’adulto cerebroleso. Infatti, nell’adulto con il termine disgrafia (o agrafia) si intende l’insieme dei disturbi della scrittura, accomunando i deficit dei meccanismi cognitivi centrali e di quelli periferici di elaborazione della risposta scritta.
In età evolutiva, con il termine disortografia si fa riferimento ad una compromissione dei processi centrali di elaborazione della corrispondenza tra rappresentazione fonologica e forma grafemica della parola, mentre si utilizza il termine disgrafia per intendere un deficit dei meccanismi periferici della scrittura, responsabili della programmazione e della realizzazione dei movimenti grafici, che si manifesta con una difficoltà nella riproduzione di segni alfabetici e numerici, e si esplicita in una difficoltà nell’organizzare gli schemi motori necessari a realizzarli.

Dunque, nel caso della disgrafia, il bambino produce lettere con forme, orientamento e dimensione alterati, realizzate con un tratto discontinuo e con una velocità rallentata; ciò che ne deriva può risultare illeggibile. Tale deficit periferico della scrittura non si configura come un disturbo specifico dell’apprendimento e, in generale, si presenta nel contesto di disturbi neuropsicologici evolutivi che coinvolgono il controllo motorio, come la disprassia evolutiva (per un approfondimento, cfr. Sabbadini, 2005).         
La scrittura è un’abilità altamente complessa che dipende da diverse componenti tra loro interagenti, le quali rimandano a processi cognitivi diversi, in parte automatizzati e in parte sotto continuo controllo.

Si possono distinguere tre distinti livelli di scrittura:

  • Un livello ortografico associato alla capacità di scrivere senza commettere errori, in funzione delle competenze ortografiche e grammaticali acquisite;
  • Un livello grafomotorio associato all’atto di trascrizione di segni grafici sul foglio;
  • Un livello comunicativo associato alla possibilità di esprimere attraverso la scrittura il proprio pensiero e le proprie idee.

«Quando scriviamo, dobbiamo realizzare una rappresentazione fonologica della parola, che poi spezzettiamo in tante unità. Ciascuna di queste unità viene poi trasformata in un grafema e questo ci consente di scriverla» – Aleksandr Romanovič Lurija. 

Generalmente, intorno ai 5 anni di età un bambino dovrebbe essere in grado di disegnare abilmente e di riprodurre le prime letterine; a partire dal secondo anno di scuola primaria si stabilizza infatti il meccanismo di conversione fonema-grafema e solo verso la fine del terzo e per tutto l’intero quarto anno si vanno stabilizzando le convenzioni ortografiche (es. doppie, accenti, digrammi, trigrammi). Alla fine del ciclo di scuola primaria la scrittura è sostanzialmente automatizzata ed assume caratteristiche personali.

In età scolare è frequente osservare la compresenza di difficoltà di natura fonologica e di competenza ortografica; generalmente però le difficoltà fonologiche tendono a ridursi più rapidamente rispetto a quelle di natura non fonologica.

  • possibile distinguere tre diverse tipologie di errore:
    • Gli errori fonologici sono quelli nei quali non viene rispettato il rapporto tra fonema e grafema (omissioni, scambi, inversioni, grafemi inesatti). Sono gli errori più gravi;
  • Gli errori non fonologici sono invece quelli nei quali la rappresentazione ortografica (visiva) della parola non è rispettata, pur non essendoci errori nel rapporto tra fonemi e grafemi (separazioni e fusioni illegali, scambio di grafema omofono, omissioni o aggiunte di H);
  • Gli errori di altro tipo, considerabili fonetici sono infine gli errori di omissione o aggiunta di consonante doppia, e di omissione o aggiunta di accenti.

La diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento con compromissione dell’Espressione Scritta  (ex disortografia) potrà essere espressa nel caso di prestazione inferiore al 5° percentile per il parametro correttezza nelle prove di scrittura di parole, non parole, frasi omofone ma non omografe e brano.         
La correttezza ortografica e la rapidità ortografica possono essere indagate in modo specifico da una batteria di Tressoldi e Cornoldi (Batteria per la Valutazione della Scrittura e Correttezza Ortografica, 2000) che include compiti di dettato di brani e di frasi con parole omofone, prove di scrittura spontanea e di velocità di scrittura.

Inoltre, è possibile approfondire la valutazione della scrittura attraverso il dettato di parole, non-parole e frasi con omofoni mediante la “Batteria per la Dislessia e Disortografia evolutiva” (DDE-2, Sartori, Job, Tressoldi, 2007).

Si ricorda in ogni caso che per formulare una diagnosi di disortografia è necessario escludere qualsiasi fattore che possa “giustificare” tali difficoltà che tali difficoltà, che non dovranno quindi essere attribuibili “semplicemente” a una disabilità intellettiva, a un’inadeguata esperienza scolastica o ad alterazioni neurosensoriali (American Psychiatric Association, 1994).

La diagnosi tempestiva e un intervento precoce rappresentano i migliori fattori prognostici positivi.

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Pubblicato da Dott.ssa Maria Irno, Psicologa

Valutazione, Diagnosi e Trattamento dell'età evolutiva e dell'adolescenza; Supporto alla Genitorialità; Potenziamento Cognitivo Doposcuola Specializzato.

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