
L’irrequietezza, la disattenzione e l’impulsività sono comportamenti frequenti nei bambini. Quando l’iperattività, l’impulsività e la disattenzione sono tali da compromettere il funzionamento sociale, familiare, scolastico del bambino, allora probabilmente ci troviamo in presenza di un disturbo da deficit di attenzione e/o iperattività.
Sintomi dell’ADHD
L’ ADHD è un Disturbo del Neurosviluppo, con esordio nell’Età Evolutiva, caratterizzato da livelli elevati di disattenzione, disorganizzazione e/o iperattività-impulsività, come può risultare anche dalla somministrazione di test standardizzati.
La disattenzione consiste nella difficoltà a focalizzare in maniera selettiva l’attenzione su uno stimolo per un tempo prolungato. Nello specifico è caratterizzata da:
(a) difficoltà a prestare attenzione ai particolari, caratteristica che provoca di frequente errori di distrazione nei compiti scolastici, sul lavoro o in altre attività;
(b) difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti o sulle attività di gioco;
(c) tendenza ad essere altrove; spesso i bambini con adhd non sembrano ascoltare quando gli/le si parla direttamente;
(d) difficoltà a seguire le istruzioni e a portare a termine i compiti di scuola, le incombenze o i doveri sul posto di lavoro. Tale aspetto è riconducibile principalmente ad una difficoltà nel tenere a mente la consegna del compito;
(e) difficoltà ad organizzarsi nei compiti e nelle attività varie (i bambini con difficoltà attentive possono presentare difficoltà nella pianificazione, nel monitoraggio e nella verifica della messa in atto di sequenze di azioni);
(f) tendenza ad evitare compiti che richiedono sforzo mentale protratto (es. compiti a casa o a scuola);
(g) frequente perdita degli oggetti necessari per i compiti o altre attività (es. giocattoli, compiti assegnati, matite, libri, ecc.);
(h) facile distraibilità da stimoli esterni (come un mosca che entra nella stanza).
Per iperattività si intende una motricità eccessiva, come meglio specificato tali descrittori:
(a)spesso agita o batte mani e piedi o si dimena sulla sedia;
(b) spesso lascia il proprio posto in situazioni in cui si dovrebbe rimanere seduti;
(c) spesso scorrazza e salta in situazioni in cui farlo risulta inappropriato (negli adolescenti e negli adulti può essere limitato al sentirsi irrequieti);
(d) è spesso incapace di giocare o svolgere attività ricreative tranquillamente;
(e) è spesso sotto pressione, agendo come se fosse “azionato/a da un motore”.
In questo articolo (clicca QUI se sei interessato/a) vengono esplicitate alcune strategie comportamentali per ridurre l’impatto della disattenzione sul ben-essere psicofisico di vostro figlio.
Per impulsività si fa riferimento piuttosto alla difficoltà a pianificare un comportamento, valutandone le conseguenze; ad esempio spesso i bambini/ragazzi con Adhd
(f) parlano troppo;
(g)“sparano” una risposta prima che la domanda sia stata completata;
(h) hanno difficoltà nell’aspettare il proprio turno;
(i) interrompono gli altri o possono risultare invadenti nei loro confronti.
I sintomi di inattenzione o di iperattività-impulsività sono presenti già prima dei 12 anni e provocano una certa compromissione in due o più contesti (ad esempio, a scuola – o al lavoro- e a casa).
Diagnosi Differenziale
L’inquadramento diagnostico rappresenta un aspetto fondamentale per favorire una presa in carico adeguata e l’individuazione di strategie appropriate di intervento, nel rispetto della specificità dell’individuo e del /i contesto/i in cui è inserito.
Qui di seguito, solo alcuni esempi di diagnosi differenziale, a dimostrazione di quanto l’inquadramento diagnostico possa essere un processo delicato e complesso, basato su molteplici informazioni e dati, ricavati, ad esempio, attraverso scale di rilevazione del comportamento, questionari, batterie e tecniche testistiche, colloqui clinici, esami neuropsicologici e valutazioni osservative.
➀ Nello specifico, un soggetto con una condizione di ADHD può presentare, a causa di difficoltà attentive, un rendimento scolastico basso o non all’altezza delle proprie capacità cognitive; da questo punto di vista è necessario escludere (o verificare) che le difficoltà accademiche non siano l’espressione di un Disturbo Specifico nell’Apprendimento (DSA) (per saperne di più sull’argomento, clicca QUI). Vale anche la pena precisare che tali Disturbi del Neurosviluppo possono essere co-presenti (può quindi esserci una condizione di comorbilità), ovvero il soggetto può presentare un DSA accanto ad un ADHD.
➁ Il comportamento del bambino/ragazzo con ADHD può spesso far sospettare una condizione di Disabilità Intellettiva (ex Ritardo Mentale). Nel bambino/ragazzo con DI è compromesso in maniera significativa il funzionamento adattivo e cognitivo globale. Nel bambino con ADHD, invece, malgrado i deficit attentivi, risultano generalmente raggiunti gli standard di sviluppo personali e sociali. Va riconosciuto anche come, spesso, le difficoltà attentive e l’incapacità a mantenere per periodi di tempo l’attenzione su un compito determinano cadute prestazionali in test standardizzati tipicamente impiegati per la valutazione del funzionamento cognitivo (ad esempio, scale Wechsler). Tali difficoltà quindi possono provocare difficoltà nello stimare le reali capacità del soggetto, oltre a provocare errori diagnostici. Possono verificarsi fenomeni di comorbilità, ovvero un soggetto può presentare una condizione di Disabilità Intellettiva accanto ad un ADHD.
➂ I sintomi dell’ADHD possono essere simili ai sintomi del Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP, di cui parleremo più in dettaglio in un prossimo articolo). Nel bambino con ADHD i sintomi apparenti di ostilità o negatività sono dovuti alla difficoltà a mantenere l’attenzione in maniera adeguata per periodi protratti su uno stesso compito o attività. Viceversa, il bambino con DOP presenta un comportamento intenzionale di sfida con tendenza a violare o a non rispettare volutamente le richieste provenienti da figure che rappresentano l’autorità o le regole. Inoltre, se nel bambino con ADHD le difficoltà sul versante sociale e relazionale sono causate da un pattern di disattezione/impulsività (con conseguente incapacità a sincronizzarsi con l’altro), il bambino con DOP presenta la tendenza ad irritare deliberatamente gli altri.
➃ I sintomi comportamentali di impulsività tipici dell’ADHD, che spesso provocano una compromissione del funzionamento sociale, con difficoltà a stabilire e mantenere relazioni interpersonali adeguate, devono essere distinti dai comportamenti intenzionalmente lesivi e aggressivi tipici del Disturbo della Condotta, caratterizzato dalla violazione dei diritti fondamentali degli altri, oppure a trasgredire le principali norme o regole sociali associate all’età. Ove si riscontri un pattern di funzionamento caratterizzato da persistente disattenzione, iperattività e/o impulsività e violazione delle norme sociali e/o dei diritti altrui, ci troveremo probabilmente di fronte ad una doppia diagnosi.
➄ Il Disturbo da Deficit di Attenzione e/o Iperattività condivide alcune caratteristiche tipiche del Disturbo dello Spettro Autistico, come la disattenzione o le difficoltà nelle interazioni sociali; nel caso dell’ADHD tali caratteristiche non sono espressione di un’indifferenza alla socialità o di un disimpegno sociale, ma sono piuttosto provocati da condotte socialmente non approvate, frutto di un pattern di iperattività/impulsività.
L’inquadramento diagnostico, così come l’individuazione delle caratteristiche funzionali del soggetto (risorse e potenzialità, e non solo carenze e difficoltà) è fondamentale per l’individuazione di strategie di intervento efficaci ed efficienti.
Qui (clicca se sei interessato/a) le Linee Guida per la Diagnosi e la Terapia del Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività (ADHD), in età evolutiva, pubblicate dall’Istituto Superiore della Sanità.
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